Facciamo chiarezza sulla Previdenza Complementare

Andrea, un impiegato di 35 anni, sposato, con un figlio di 5 anni, torna a casa dopo essere stato in Banca. “Sai cara, oggi mi hanno proposto un prodotto previdenziale. Il gestore mi diceva che ci sono delle agevolazioni fiscali e che è uno strumento che serve ad integrare la pensione. Ho detto che ci penserò, ma che al momento non mi interessa.”

Chissà quante persone hanno detto o pensato qualcosa di simile, forse lo hai fatto anche tu. Tutto quello che non si conosce normalmente intimorisce. Soprattutto se ti viene chiesto di versare delle somme (costo certo) con l’obiettivo di avere un ritorno tra molti anni (beneficio futuro e incerto). A giudicare dai dati, in Italia, c’è ancora tantissimo lavoro da fare. Ecco perché oggi proviamo a fare un pò di chiarezza sulla Previdenza Complementare, partendo da un principio che deve essere molto chiaro sin da subito:

La Previdenza Complementare è un Progetto, non è un Prodotto

E’ sicuramente importante conoscere le caratteristiche degli strumenti oggi a disposizione per costruire una pensione integrativa; è importante conoscere i benefici fiscali, le regole dettate dalla legge italiana per le anticipazioni, i riscatti, etc. E’ tutto importante, ma fin quando non hai chiaro a cosa serve uno strumento di previdenza complementare, fin quando non ne avverti il bisogno, a mio avviso è tutto inutile.

Ti dirò di più: per costruirti una pensione integrativa non è indispensabile che tu sottoscriva un fondo di previdenza complementare; se sei pronto ad intraprendere un lungo cammino, se hai le giuste motivazioni, la giusta disciplina e hai chiaro il tuo obiettivo, tanti strumenti di risparmio o investimento possono essere destinati a costruire una pensione integrativa: la Previdenza Complementare è un progetto finanziario, è un obiettivo di vita, sarà lungo, molto lungo e noioso, molto noioso! La previdenza Complementare non è un prodotto, è un progetto. Se acquisisci questa consapevolezza, se arrivi a valutarne l’importanza, allora sì che potrai individuare la migliore soluzione per intraprendere il viaggio, altrimenti sarà soltanto tempo perso!

Il Ciclo di Vita della Ricchezza

Immaginiamo che Andrea, il nostro impiegato, abbia iniziato a lavorare a 20 anni. Da quel momento Andrea inizierà a percepire un reddito, che servirà al sostentamento suo e della sua famiglia. Se il suo reddito mensile glielo consentirà Andrea avrà due possibilità: potrà essere cicala o formica. 

  1. Spendere tutto quello che guadagna (cicala)
  2. Mettere mensilmente qualcosa da parte (formica)

Se avrà scelto questa seconda opzione, tutta la fase lavorativa della sua vita sarà una potenziale Fase di Accumulo.

Quando Andrea raggiungerà l’età per poter andare in pensione ancora una volta avremo due alternative:

  1. Andrea Cicala dovrà far fronte alla sua vecchiaia e ai bisogni della sua famiglia con la pensione pubblica
  2. Andrea Formica potrà integrare la sua pensione con la rendita che scaturisce dalla somma che con pazienza, tenacia e perseveranza ha accumulato durante la sua vita lavorativa

Andrea Formica potrà sfruttare adesso la Fase di Decumulo, per mantenere un buon tenore di vita e godersi finalmente il meritato riposo in condizioni di agiatezza.

Questo ciclo è rappresentato graficamente nella figura seguente.

Ciclo di vita della ricchezza

Vuoi essere una cicala o una formica?

A questa domanda puoi rispondere solo tu; e non c’è una risposta migliore dell’altra; si tratta di fare una scelta. Se e solo se il tuo stipendio mensile te lo consentirà, potrai decidere di accantonare qualcosina e soprattutto di non farti tentare dal desiderio di spendere quello che hai accantonato prima del raggiungimento dell’età pensionabile. Ma se sceglierai di spendere tutto subito per avere, durante la fase lavorativa, un tenore di vita migliore va benissimo lo stesso; è opportuno però capire che se ti sei goduto la vita durante la tua vita lavorativa, quasi certamente non potrai godertela allo stesso modo nella fase della vecchiaia.

Un ultimo pensiero dedicato alle formiche

Se sceglierai di comportarti come una piccola formica risparmiatrice, se sei pronto a intraprendere un lungo percorso fatto di disciplina, metodo e rigore, allora ti consiglio di approfondire con il tuo consulente la via migliore per perseguire il tuo obiettivo previdenziale. Adesso sì che sei pronto per recepire i vantaggi degli strumenti dedicati alla previdenza complementare, e ti posso garantire che questi vantaggi ci sono e sono davvero importanti. Li approfondiremo di certo in uno dei prossimi post.

Al riparo dall’apocalisse finanziaria

Ti ricordi, in prossimità del Natale (parliamo di meno di un mese fa!), gli scenari apocalittici che venivano dipinti dai media? Ti ricordi che mentre andavi a comprare il panettone, invece di Jingle Bells alla radio sentivi parlare di crisi dei mercati finanziari, di recessione alle porte, di fine di un’era, di punto di non ritorno! Non c’era tempo da perdere! Bisognava immediatamente mettersi al riparo dall’apocalisse finanziaria!

E allora tu, da investitore, giustamente spaventato, o meglio terrorizzato, cosa hai fatto? Hai venduto tutto, come se non ci fosse un domani: azioni, obbligazioni, fondi, polizze, TUTTO! Hai fatto provvista di cibo in scatola, acqua e medicinali e ti sei barricato nel tuo conto corrente bunker in attesa della pioggia di missili finanziari!

Già ti imagino, con il tuo binocolo a guardare il cielo in attesa dell’attacco, felice per averla scampata, orgoglioso di aver liquidato tutto per tempo, prima della catastrofe. Bravo! E’ la vigilia di Natale, si sentono i tuoni finanziari all’orizzonte, i mercati sono molto turbolenti in attesa che si scateni la tempesta, ma tu ne sei fuori, nel prato verde del conto corrente, tra uccelli che cinguettano e ruscelli di acqua limpida! Ma che bello!

C’è solo un piccolo problemino che ti disturba

Per poter scappare dagli investimenti non hai potuto fare troppo lo schizzinoso sui prezzi, bisognava sbrigarsi, bisognava salvare il salvabile, e quindi hai dovuto portare a casa delle sonore perdite su tutto: sull’azionario, ma anche sull’obbligazionario; in qualche caso hai dovuto pure pagare dei costi di uscita, ma chi se ne frega! Restare investiti sarebbe stato un suicidio, un hara kiri finanziario!

Ecco che riaprono i mercati

Passato il Natale, alla riapertura dei mercati sei andato subito a curiosare, pregustandoti la soddisfazione di assistere agli tsunami di borsa, ai terremoti obbligazionari, provando anche un pò di sana compassione “natalizia” per i pazzi che erano rimasti investiti! I primi giorni inaspettatamente sono di rialzo, abbastanza generalizzato, ma ci può stare: “adesso arrivano le sberle, sicuro!” Si arriva a capodanno ma di crolli, tsunami e catastrofi neanche l’ombra; anzi sta risalendo tutto! “Ma vedrai all’inizio del 2019 che succede!”

Arriva l’Epifania

L’epifania porta via tutte le feste, ma non porta nessuna discesa dei mercati! Nel frattempo tutti i grandi guru che prima di Natale pontificavano di cataclismi in arrivo, iniziano a dileguarsi, gli orsi che dovevano ammazzare tutti i tori in giro per il mondo se ne tornano in letargo e i mercati continuano a salire.

Altro che crollo!

“Vi prego! Fatemi rientrare! Scherzavo! Adesso come faccio a rientrare a questi prezzi; adesso sono troppo alti! e se poi arriva il crollo?”

Un tranquillo natale di Paura

Ho voluto sdrammatizzare, ma in realtà tantissimi risparmiatori hanno agito come il nostro malcapitato eroe, svendendo gli strumenti finanziari che avevano acquistato magari pochi mesi fa e, mangiandosi le unghia, le dita e le mani, stanno adesso valutando l’idea di rientrare, se non l’hanno già fatto.

In questo grafico ecco quello che è successo sui principali mercati azionari (ho messo anche il FTSE MIB Italiano, un pò per patriottismo, non di certo per l’importanza, chiedo venia!)

Si va dal + 5,42% dell’Euro Stoxx 50, l’indice europeo delle 50 aziende a maggiore capitalizzazione, al +15,57% del Nasdaq, indice tecnologico americano, passando per il più 7,13% del FTSE Mib Italiano e per il +13,59% dell’S&P 500 Americano.

E come se non bastasse anche i tanto vituperati strumenti obbligazionari, bestia nera del 2018, stanno rialzando la testa.

Morale?

Gli sventurati che hanno disinvestito in perdita, sostenendo il più delle volte anche dei costi di uscita, adesso stanno assistendo alla ripresa ma non ne fanno parte, non ne ottengono i benefici in quanto i loro soldi sono adesso inermi sul conto corrente.

Cosa faranno i mercati domani?

Ma alla fine della fiera, adesso cosa è giusto fare? E’ giusto restare alla finestra in attesa di questa tanto attesa brusca correzione dei mercati o e meglio rientrare visto che sembrerebbe che i mercati sono tornati a salire? Sapete un bravo consulente o un bravo giornalista come dovrebbe rispondere a questa domanda?

Non lo so“. Ecco la giusta risposta a questa domanda, un candido e sincero “non lo so”. Non sappiamo cosa faranno i mercati domani. Possiamo avere delle idee, possiamo basarci su degli avvenimenti passati, possiamo applicare leggi o teoremi, ma i mercati sanno sempre disattendere le previsioni ed essere originali! Ecco perché bisogna semplicemente accettare che le correzioni e le turbolenze fanno parte del gioco, ci sono sempre state e sempre ci saranno; bisogna armarsi di pazienza e nervi saldi e focalizzarsi sull’orizzonte temporale che ci siamo prefissi in partenza.

J. Bogle

Vi lascio con una suggerimento che arriva direttamente da John Bogle, un’istituzione del mondo della finanza americana, recentemente scomparso. “Non dimenticare mai il ritorno alla media. Quando tutto sembra crollare ricordate sempre che siete lontani da una media ed il tempo vi riporterà prima o poi in carreggiata. Le mani forti lo sanno e cercano di farvi vendere a tutti i costi. Se il vostro obiettivo è temporalmente lontano perchè permettere a qualcuno di arricchirsi sfruttando le vostre paure?

L’inflazione, un nemico invisibile

Oggi proverò a spiegarti con parole semplici l’impatto che può avere l’inflazione sui tuoi risparmi. L’inflazione è come un nemico invisibile, che non da segni della sua presenza, ma che a lungo andare può letteralmente “mangiarsi” i tuoi risparmi, proprio come faceva pacman nel famosissimo videogioco degli anni ’80. E oltretutto agisce lì dove tu ti senti più tranquillo, sulle somme giacenti sul tuo conto corrente (e non solo).

Se quindi vuoi capire bene cos’è l’inflazione, quali sono i suoi effetti sui tuoi risparmi e come evitarli, prenditi qualche minuto e continua a leggere. Proverò a renderti tutto più chiaro, come sempre con parole semplici.

Andiamo al panificio

Giovanni si reca come ogni sera dal fornaio per comprare il pane prima di andare a casa per la cena. “Buongiorno signora Maria, vorrei il solito filone di pane, ecco qui un euro.” “Signor Giovanni, non ha letto la novità?, il prezzo del pane è aumentato, il filone di pane costa adesso un euro e dieci centesimi. Sa, recentemente è aumentata la farina, è aumentata la bolletta della luce, per cui anche il prezzo del pane è di conseguenza aumentato”. “Nessun problema, signora, ecco qui i dieci centesimi, buona serata.”

Adesso al supermercato

Quello stesso fine settimana il signor Giovanni va con la moglie Tiziana al supermercato per fare la spesa e, incuriosito dalle parole della panettiera Maria, prova a fare una verifica sui prezzi dei generi alimentari. “La signora Maria aveva ragione! Rispetto a qualche mese fa qui è tutto più caro!” è l’amara scoperta del signor Giovanni!

A questo punto il signor Giovanni decide di verificare tutte le spese ordinarie come le bollette della luce, del telefono, il carburante, gli elettrodomestici. Una tragedia, è tutto più caro! Il signor Giovanni ha appena scoperto cosa è l’inflazione, che evidentemente nel periodo in esame è aumentata.

Cos’è l’inflazione

L’inflazione, (dal latino inflatio «enfiamento, gonfiatura») è l’aumento prolungato del livello medio generale dei prezzi di beni e servizi in un dato periodo di tempo, che genera una diminuzione del potere d’acquisto della moneta (è questa la definizione che trovate su wikipedia, cliccando qui).

Il signor Giovanni potrà reputarsi fortunato se il suo stipendio verrà adeguato all’aumento dell’inflazione, nel qual caso egli manterrà inalterato il suo potere di acquisto. Ma che vuol dire? Cerchiamo di capirlo meglio.

Supponiamo che il signor Giovanni percepisca uno stipendio mensile di 1.000 euro. Immaginiamo adesso che i prezzi dei beni e servizi siano aumentati mediamente del 10%. Questo cosa vuol dire? Semplice, che se lo stipendio del signor Giovanni non è aumentato, con i suoi 1.000 euro potrà comprare il 10% in meno di beni e servizi, in quanto quello che fino a poco tempo prima costava in totale 1.000 euro adesso costa 1.100 euro.

Se invece il datore di lavoro del signor Giovanni ha provveduto ad adeguare lo stipendio al nuovo livello dei prezzi , portandolo da 1.000 a 1.100 euro, nonostante l’euforia e la voglia di festeggiare che il signor Giovanni proverà, egli avrà esattamente lo stesso potere di acquisto che aveva fino al giorno prima, pur portando a casa 100 euro in più ogni mese. L’inflazione è subdola, perché non si vede, è un nemico invisibile!

L’inflazione e i soldi sul conto corrente

Adesso che abbiamo capito cos’è l’inflazione, proviamo a capire cosa succede alle somme che il sig. Giovanni detiene sul conto corrente. Mentre il datore di lavoro di Giovanni, ha adeguato il suo stipendio al nuovo livello di inflazione, questo adeguamento, ahimè, non avviene sulle somme in giacenza sui conti correnti, che attualmente non sono remunerate. Tutti i soldi che il sig. Giovanni, assieme a tantissimi altri italiani, detengono inermi sul conto corrente, non vengono remunerate dalle banche, generano costi di giacenza, ma soprattutto, vengono costantemente erose dall’inflazione!

L’inflazione in Italia

fonte: https://www.rivaluta.it/dettaglio-inflazione-media.asp

Questi sono i livelli di inflazione relativi ai mesi del 2018. Come si vede il valore più recente, quello di Novembre, è pari al 1,6%. Cosa vuol dire? Te lo spiego subito. Vuol dire che nel periodo compreso tra Novembre del 2017 e Novembre 2018 i prezzi di beni e servizi sono saliti mediamente del 1,6%. Ma vuol dire anche che i soldi depositati sui conti correnti, nello stesso periodo hanno subito una perdita reale di 1,6%. Mica bruscolini!

Proviamo adesso ad andare indietro negli anni

fonte: https://it.inflation.eu/tassi-di-inflazione/italia/inflazione-storica/cpi-inflazione-italia.aspx

Possiamo notare, ad esempio, che nel 2012 l’inflazione, in Italia era pari al 2,31%, nel 2011 al 3,29% e così via. Non parliamo poi dei livelli degli anni ’70, ’80 e ’90. Nel 1974 l’inflazione ha registrato un valore mostruoso del 24,50%!

Se per puro esercizio teorico proviamo ad ipotizzare un tasso di inflazione medio nei prossimi 10 anni del 2% annuo (ipotesi abbastanza verosimile), alla fine dei dieci anni, i soldi sul conto corrente del sig. Giovanni, avrebbero perso il 20% di potere di acquisto! Altro che sicurezza! Altro che cassaforte!

E le obbligazioni?

Anche le obbligazioni sono danneggiate dall’inflazione? Assolutamente si! Parliamo specialmente delle obbligazioni a tasso fisso a lunga durata. Aspetta che te lo spiego meglio.

Immagina di aver acquistato una obbligazione con durata 20 anni e tasso annuo lordo del 3%. Immagina che l’emittente è solidissimo e che quindi non corriamo nessun rischio di credito! (non sai cos’è il rischio di credito di una obbligazione ? Nessun problema, clicca qui per scoprirlo). Sebbene le cedole che riceviamo ogni anno sono fisse e costanti, queste subiscono il potere erosivo dell’inflazione, per cui il loro valore reale diminuisce nel tempo all’aumentare dell’inflazione.

Ma il pericolo maggiore si annida nel capitale. Secondo te, anche se tra 20 anni ti verrà restituita la stessa somma che hai investito oggi, questa avrà lo stesso valore? Dopo 20 anni? Ma dai, non scherziamo! L’inflazione avrà fatto il suo lavoro silenzioso e inesorabile, ed il valore reale del tuo capitale sarà enormemente diminuito! Mancherà una bella fetta alla tua torta!

Cosa è meglio fare allora?

Volendo rimanere nel mondo delle obbligazioni, per far fronte all’inflazione meglio scegliere obbligazioni con durate brevi, oppure scegliere obbligazioni che prevedono già contrattualmente l’adeguamento alla futura inflazione (BTP Italia, TIPS americani etc.).

La soluzione migliore rimane comunque quella di creare un portafoglio di investimento estremamente diversificato, tarato sul giusto orizzonte temporale, allocando le somme sia sulla componente obbligazionaria che su quella azionaria, ed evitare di mantenere sui conti correnti giacenze elevate. Il conto corrente non è remunerato, va adoperato per le normali spese quotidiane, non come strumento di investimento.