Ecco perché è difficile investire

Voglio iniziare con un grafico che mostra la performance dei principali indizi azionari degli ultimi 10 anni. Per essere chiari se avessi investito 10.000 euro sull’azionario USA 10 anni fa oggi avresti 35.844 euro. Ok, dobbiamo togliere un pò di costi e le tasse ma diciamo che l’investimento rimarrebbe assolutamente eccezionale! E allora la domanda sorge spontanea: perché è così difficile investire? Perché così tanti soldi rimangono sui conti correnti a rendimento zero, in balia di costi ed inflazione?

Ecco perché è difficile investire
Fonte: Quantalys

Oggi ti porto alla scoperta di un fenomeno che sempre più ci riguarda da vicino, che sta stravolgendo il nostro modo di vivere: la continua ricerca della gratificazione istantanea! Vedremo in cosa consiste e quali conseguenze porta nella nostra vita, con particolare riferimento al mondo degli investimenti. Inizieremo parlando di binge watching. Non hai idea di cosa sia? Bene, allora prenditi un paio di minuti e continua a leggere.

Una strana maratona

Gli americani la chiamano Binge Watching, noi italiani la possiamo tradurre come la maratona da divano! Io ho 44 anni e quando da bambino o da ragazzo guardavo un cartone animato o un telefilm alla televisione sapevo che, una volta finito l’episodio, dovevo necessariamente attendere in alcuni casi un giorno, in altri casi una settimana prima di poter vedere la puntata successiva. Per quanto fossi curioso di come continuava la storia, sapevo che dovevo aspettare.

Oggi, con l’avvento di Internet, di YouTube, di Netflix, della TV on demand è possibile poter guardare anche più puntate in sequenza, anche tutte le puntate di una serie o di un cartone senza interruzioni. Ebbene, il binge watching consiste nel mettersi comodo sul divano, armarsi di telecomando, patatine e pop corn e guardarsi in unica soluzione un’intera serie televisiva, piuttosto che tutti gli episodi di un cartone animato. Voglio tutto, lo voglio adesso!

Le notifiche rosse e le doppie spunte blu

Sempre più persone hanno oramai uno smartphone, non un semplice telefono ma un potentissimo computer che oramai portiamo dappertutto. Uno strumento che sta stravolgendo i nostri comportamenti e le nostre abitudini. Pensiamo alle notifiche rosse che compaiono sulle app di posta elettronica o sui social. Quanto tempo siamo in grado di resistere prima di andare a controllare di cosa si tratta?

Pensiamo alla doppia spunta blu di WhatsApp: quanti di noi almeno una volta hanno pensato: “E’ arrivata la doppia spunta blu, quindi lo ha letto; allora perché non ha ancora risposto?

La gratificazione istantanea

Viviamo nell’era della gratificazione istantanea: voglio tutto e lo voglio subito! Non siamo più disposti ad attendere. Voglio vedere un film? Lo guardo adesso, su Netflix. Voglio un nuovo oggetto? Lo avrò al massimo domani, con Amazon Prime (in alcune città anche nella stessa giornata). Ho voglia di mangiare cibo stravagante, esotico? App come JustEat soddisfano immediatamente anche questa mia richiesta. La tecnologia ci sta abituando ad ottenere le cose istantaneamente. Tutto deve essere veloce!

Ecco perché è difficile investire

Oramai il tempo del desiderio è morto! La felicità che si provava nell’attendere qualcosa di bello, come ci insegnava Giacomo Leopardi, si è ridotta al minimo sindacale!

In un qualsiasi momento ciascuno di noi può pubblicare qualcosa su Facebook, Instagram, Twitter, etc. e avere un risultato immediato, in termini di visualizzazioni e in termini di “like“. E se il risultato ambìto non arriva in tempo reale iniziamo ad arrovellarci: “ma cosa è andato storto?“, “cosa non ha funzionato?

Una trappola per gli investitori

Questa tendenza alla gratificazione istantanea, alla velocità del risultato è ovviamente il principale nemico degli investimenti! Un portafoglio di investimenti, infatti, se ben costruito, se ben diversificato, se composto da strumenti efficienti, ha bisogno di tre cose: tempo, disciplina e pazienza! (clicca qui per approfondire).

Ma nell’era della gratificazione istantanea 10 anni sono un tempo biblico, un sacrificio inaccettabile per molti di noi! Chi ha più la pazienza di aspettare 10 anni (o anche di più) se oramai non siamo disposti ad aspettare neanche un giorno? Ecco perché è difficile investire.

La pazienza intesa come visione

La pazienza non va confusa con la pigrizia, con l’immobilità. La pazienza che stiamo perdendo è quella associata al concetto di visione, al concetto di costanza; quella pazienza che ci consente di darci degli obiettivi di lungo periodo e quindi di saper investire con successo.

Ecco perché è difficile investire

Il ruolo del Consulente

In questo senso, non voglio peccare di superbia, ma il ruolo del Consulente finanziario assume una finalità, oserei dire, sociale. Educare il Cliente alla pazienza, al senso dell’attesa, finalizzati al raggiungimento degli obiettivi finanziari, porta benefici anche ad altre sfere della vita, riportando il focus su un concetto che sembriamo aver dimenticato: Roma non è stata costruita in un giorno, le cose fatte bene hanno bisogno di tempo!

Ciao, alla prossima.

Risparmiatori eccellenti ma investitori mediocri

Nel Vangelo di Matteo si narra di un uomo che prima di partire per un viaggio chiama a sé i suoi tre servi e consegna loro del denaro, dei talenti. Due dei servi decidono di investire i talenti ricevuti e ne guadagnano altrettanti, mentre l’ultimo servo, per paura di perderlo, và a sotterrare il denaro ricevuto nel terreno.

Al suo ritorno, il padrone chiama a sé i suoi servi per regolare i conti con loro. E’ lieto di sapere che due dei suoi servi hanno investito i loro soldi in modo profittevole, mentre si arrabbia e punisce il servo che per paura ha sotterrato il denaro senza ricavarne alcun profitto.

Senza volerci addentrare nei significati metaforici e teologici della famosa Parabola Cristiana, oggi gli italiani sempre di più assomigliano purtroppo al servo che, per paura, corre a sotterrare i suoi risparmi sotto il terreno. Dopo più di 2.000 anni gli italiani hanno scelto il conto corrente piuttosto che il terreno per sotterrare propri risparmi, ma il concetto di base non cambia. Per paura di perderli, noi italiani decidiamo di seppellire i nostri risparmi piuttosto che investirli.

La ricchezza degli Italiani

I numeri raccolti dalla Banca d’Italia e la ricerca di PwC ‘Digital wealth management’ ci dicono che la ricchezza totale delle famiglie italiane si attesta a poco più di 10mila miliardi di euro, con una prevalenza della componente reale (soprattutto abitazioni e terreni, 6.300 miliardi) rispetto a quella finanziaria (azioni, obbligazioni e depositi per 4.244 miliardi).

Risparmiatori eccellenti ma investitori mediocri
 Ricerca di PwC ‘Digital wealth management’ 

Oltre a scegliere di investire poco nel mondo finanziario rispetto all’acquisto di case e terreni, quel poco è anche allocato male. Nei portafogli delle famiglie italiane prevale infatti il risparmio amministrato (azioni, obbligazioni e liquidità) a scapito di quello gestito (fondi e polizze), fermo al 20% (scopri di più sulla differenza tra risparmio gestito e amministrato cliccando qui). Come si evince dal grafico in alto la media europea sale al 33%, arrivando addirittura al 60% nel Regno Unito.

Risparmiatori eccellenti ma investitori mediocri

E’ il paradosso dei risparmiatori del Bel Paese. Nel corso della storia gli italiani hanno sviluppato una propensione al risparmio invidiabile. Riescono con il sacrificio a mettere da parte una cospicua fetta del loro reddito, e così facendo hanno accumulato ingenti patrimoni.

E Poi? Non sanno come farlo fruttare, lo seppelliscono. Eccolo, qui di seguito, il frutto della nostra “abilità” ad investire. Semplicemente impietoso.

Risparmiatori eccellenti ma investitori mediocri
 Ricerca di PwC ‘Digital wealth management’ 

Immaginiamo che uno svedese, un americano, un tedesco, un inglese ed un italiano nel 2012 avessero investito contemporaneamente una cifra corrispondente a 100mila euro.

Dopo 5 anni lo svedese e l’americano possono usare i rendimenti del loro investimento per acquistare una nuova e moderna autovettura di fascia media, il tedesco e l’Inglese possono andare ad acquistare una nuova e moderna utilitaria, l’italiano forse può ambire ad uno scooter usato e malandato!

La trappola dei rendimenti facili

Ma perché siamo così distanti? Perché la cultura finanziaria media degli italiani è così insufficiente? Una delle cause a mio avviso più importanti è stata la troppa facilità con cui, negli ultimi 30 anni, si guadagnavano grosse cedole da investimenti privi di rischio come le obbligazioni governative e bancarie.

Imparare ad investire correttamente in Italia semplicemente non è mai stato necessario.

Oggi le cose sono cambiate. I rendimenti degli investimenti “sicuri” sono nulli o negativi. I rischi non sono più così bassi come in passato.

Qual è la soluzione?

Marco Giorgino, professore del Politecnico di Milano sottolinea che “Per avere rendimenti in linea a quelli registrati dai risparmiatori degli altri Paesi prima di tutto è necessario aumentare la partecipazione ai mercati attraverso prodotti del risparmio gestito che consentono di diversificare le opportunità di l’investimento e cogliere i trend del momento”.

Fai da tè? No, grazie

Giorgino continua dicendo: “Visto che la cultura finanziaria del risparmiatore non lo porta a prendere qualche rischio in più, l’investitore deve essere guidato da qualcuno che possa consigliarlo e assisterlo in ogni momento… C’è bisogno di farsi accompagnare nelle scelte di investimento da un professionista esperto“.

Se sei anche tu un bravo risparmiatore, acquisendo maggiore consapevolezza e cultura finanziaria, affidandoti ad un bravo e serio consulente finanziario, diventeresti un eccellente investitore e potresti finalmente avere le soddisfazioni finanziarie che meriti. Dipende soltanto da te! Ciao, alla prossima.