Suggerimenti per L’Investitore Difensivo

Se ritieni di non essere pronto a sopportare un rischio importante pur di investire i tuoi risparmi voglio darti una buona notizia: il mondo degli Investimenti non è soltanto per chi è disposto a rischiare tanto, assolutamente no! Se il rischio che sei disposto a tollerare è basso c’è spazio anche per te nel fantastico mondo degli Investimenti. Sarai un ottimo Investitore Difensivo!

Oggi voglio darti qualche suggerimento per Investire al meglio mantenendo basso il rischio. L’argomento ti interessa? Allora prenditi 2 minuti, mettiti comodo e seguimi: ecco i miei suggerimenti per l’Investitore Difensivo.

L’Identikit dell’Investitore Difensivo

  • Poco interessato alla materia finanziaria
  • Ha degli Obiettivi finanziari da raggiungere
  • Non cerca guadagni facili in tempi brevi
  • Soggetto emotivo
  • Si avvale della consulenza di un bravo professionista

Ti riconosci in alcuni punti o addirittura nella maggior parte di questi? Ottimo! Ecco allora qualche suggerimento per diventare un Investitore Difensivo di successo!

Il <<fai da tè>> è il tuo peggior nemico

Suggerimenti per l'Investitore difensivo

Acquistare degli strumenti finanziari senza averne né la competenza né la voglia; seguire il consiglio di qualche parente o amico; farsi guidare dai facili guadagni. Niente di più sbagliato per un Investitore Difensivo. L’ansia mista all’incompetenza può fare danni ingenti. Tra tutti i suggerimenti per l’investitore difensivo il primo è di abolire immediatamente il <<fai da tè>>.

Approccio basato sul rischio

Nella costruzione di una soluzione di investimento devi cambiare approccio. Non devi inseguire un rendimento e quindi accettare qualsiasi rischio legato a quel rendimento. Piuttosto devi fare esattamente il contrario! La soluzione di investimento deve mirare a contenere il rischio ad un livello per te accettabile, sostenibile: il rendimento sarà soltanto una conseguenza.

Il backtest di una soluzione finanziaria

Il backtest di un investimento ti permette di vedere come questo si è comportato in passato. Esempio: devi decidere se sottoscrivere o meno una soluzione di investimento difensiva. Ne osservi il backtest e scopri che negli ultimi 10 anni ha avuto un rendimento complessivo dell’80%. Tanto? Poco? Dipende dai tuoi obiettivi finanziari; ti da comunque un’idea di quanto è lecito attendersi dall’investimento che stai analizzando.

Ipotizza inoltre che il backtest riveli che nel corso dei 10 anni l’investimento ha sofferto una perdita del 7% nel trimestre peggiore. Pur sapendo che non c’è alcuna garanzia che i rendimenti o le perdite passate si ripresentino in futuro questa informazione ti serve perché ti consente di fare a te stesso una domanda importantissima:

“Sarei in grado di sopportare emotivamente una perdita analoga per un breve periodo sapendo che verrò ripagato con un rendimento ampiamente positivo nell’orizzonte di 10 anni?” Se reputi che non saresti in grado, che per paura venderesti tutto, non sottoscrivere assolutamente l’investimento!

Ah dimenticavo! Se non sai come fare un backtest non preoccuparti. Non è competenza tua, ma del consulente a cui affiderai i tuoi risparmi. Un bravo consulente sa certamente cosa è un backtest e come va adoperato.

Rendimento rolling

Se il tuo orizzonte temporale è ad esempio di 5 anni, un buon investimento per te sarà quello che, a prescindere dalla volatilità dei mercati, si è sempre comportato ottimamente in una finestra temporale di 5 anni (con rendimenti positivi e in linea con il mercato). Questo metodo di indagine è quello del rendimento rolling. Misura in pratica l’andamento dell’investimento in tutte gli archi temporali precedenti di 5 anni (clicca qui per leggere il post in cui ti spiego cosa è il rendimento rolling di un investimento).

Diffida da soluzioni troppo brevi

Per poter parlare di Investimento, per quanto difensivo, occorre un orizzonte temporale di almeno 3 anni. Diffida da soluzioni che prevedono tempi minori.

L’azionario è benvenuto

Suggerimenti per l'Investitore difensivo

Chi l’ha detto che una soluzione di Investimento difensiva non debba prevedere azioni? Non bisogna avere paura delle azioni (clicca qui per approfondire). Le azioni sono una componente indispensabile per un portafoglio, anche per il più difensivo. Va però selezionata con cura sia la percentuale sul totale dell’investimento sia la tipologia di azioni. Un buon portafoglio difensivo potrebbe ad esempio essere composto da un 25% di azioni di grosse aziende multinazionali che staccano annualmente dei buoni dividendi (titoli azionari difensivi).

Non controllare l’andamento troppo spesso

Immagina di essere proprietario di una casa; hai appena chiamato il tuo agente immobiliare per chiedergli la quotazione aggiornata del tuo immobile.

E’ ragionevole chiamarlo nuovamente dopo 2 ore per sapere se la quotazione dell’immobile nel frattempo è cambiata? E, ammesso che tu lo faccia davvero, se il tuo agente immobiliare dovesse dirti che è scesa leggermente cosa fai? Gli chiedi di mettere immediatamente il tuo appartamento in vendita?

Ovviamente no! Ecco, prova a fare lo stesso con il tuo investimento difensivo. Se è stato concepito e pianificato su un orizzonte temporale di 5, 10 o anche 20 anni quanto credi potranno influire le variazioni mensili, settimanali, giornaliere o orarie sul risultato finale?

Non puoi fare ottimi affari con pessime persone

Infine, parlando di suggerimenti per l’investitore difensivo ecco il consiglio più importante di tutti che arriva da uno dei più grandi investitori di tutti i tempi: Warren Buffett. Proprio perché l’investitore difensivo non è né un esperto nella materia né tantomeno ha intenzione di diventarlo, scegliere il giusto professionista cui affidare i tuoi risparmi è a dir poco fondamentale per il successo dell’investimento.

Suggerimenti per l'Investitore difensivo

Un bravo professionista ti ascolterà tanto prima di costruire una soluzione personalizzata di investimento difensivo. Saprà quali ingredienti scegliere ed in quali dosi. Soprattutto sarà al tuo fianco nei momenti in cui ne avrai maggiore bisogno.

Pensaci bene, prima di affidare i tuoi risparmi al gestore della Banca sotto casa soltanto perché ti viene comodo raggiungerla o perché ti offrono sempre un buon caffè.

Se dovessi subire un delicato intervento chirurgico e potessi scegliere non andresti alla ricerca del miglior chirurgo, del miglior specialista di quella specifica patologia? Non credo sceglieresti in base alla vicinanza dell’ospedale o alla qualità del cibo offerto.

Le Banche non sono tutte uguali, i gestori non sono tutti uguali, i consulenti finanziari non sono tutti uguali; ti assicuro che il tempo speso a cercare quello giusto per te è il primo ottimo investimento che puoi fare!

Ciao, alla prossima.

Non avere paura dell’azionario

In gran parte dei risparmiatori italiani si annida da sempre una enorme paura del mondo azionario. Gli strumenti azionari sono immediatamente collegati al concetto di rischio, di speculazione, di scommessa, di gioco, fino a sfociare nella convinzione che si tratti di una fregatura dalla quale tenersi ben alla larga. Oggi provo a convincerti che non devi avere paura dell’azionario, ma piuttosto che potrebbe trattarsi del tuo miglior alleato. Lo faccio come sempre con parole semplici.

Da dove nasce la paura

Una delle cause principali della dilagante fobia da azionario è legata ai messaggi che riceviamo quotidianamente dai media, che alimentano la paura associando al mondo azionario concetti quali <<giocare in borsa>>, <<bruciare miliardi di euro>>, paventando costantemente crolli e catastrofi. Ovvia conseguenza: gli investitori fanno una gran fatica ad acquistare strumenti azionari e soprattutto a mantenerli.

Non avere paura dell'azionario

Se poi, seppur impaurito, ti sei lasciato trascinare e sei entrato nel mondo azionario, ai primi scossoni ti sei trovato talmente impreparato, spiazzato, solo ed impaurito da scappare a gambe levate, realizzando una perdita e, cosa ben più grave, trovando conferma alle tue paure. La domanda quindi ti sorge spontanea: “Chi è così folle da mettere i propri risparmi, il frutto di una vita di sacrifici, in degli strumenti così pericolosi? Io no di certo!” Amen.

E allora scegli di non scegliere, di non osare, di non infliggerti dolore e sofferenza. Dividerai il tuo risparmio tra conto corrente, conti deposito e obbligazioni.

La conoscenza prima di tutto

Uno dei più grandi insegnamenti di Warren Buffett è il seguente: “Investi solo in strumenti che capisci perfettamente“. E’ un consiglio sacrosanto, e ti dirò di più: sai come ha costruito il suo impero Warren Buffett, da molti considerato il più grande investitore di tutti i tempi? Acquistando azioni, comprando e detenendo quello strumento di cui tu hai così tanta paura!

Consulenza professionale

E allora ti consiglio di cliccare qui per andare al mio post dove ti spiego il funzionamento delle azioni e dei fondi azionari, in modo da acquisire la conoscenza necessaria di questo strumento troppo poco sfruttato ma dotato di potenzialità sorprendenti!

What if ?

In italiano suonerebbe pressappoco “cosa sarebbe successo se ?” ed è proprio quello che scopriremo assieme. Sei pronto ad andare indietro nel tempo con me? Bene, ti racconterò un film per molti versi sorprendente! Immagina di essere detentore di un portafoglio di investimenti composto da 4 tipologie di strumenti che detieni in parti uguali. Il tuo portafoglio è così composto:

  • 25% di obbligazionario europeo
  • 25% di obbligazionario globale
  • 25% di azionario europeo
  • 25% di azionario globale
What if

Un mese fa

Cosa sarebbe successo se (What If) avessi acquistato questi strumenti un mese fa?

Non avere paura dell'azionario
Fonte: Quantalys

Oggi ti ritroveresti con una leggera perdita, più marcata per gli strumenti azionari. L’unica tipologia di strumenti in guadagno sarebbe rappresentata dalle obbligazioni globali.

Sei mesi fa

Cosa sarebbe successo se (What If) avessi acquistato questi strumenti sei mesi fa?

Non avere paura dell'azionario
Fonte: Quantalys

Adesso sarebbe tutto positivo con il rendimento delle azioni, sia europee che globali, leggermente superiore a quello delle obbligazioni. Ma attenzione: dopo qualche mese ti saresti ritrovato con una perdita di quasi il 10% sugli strumenti azionari!

Tre anni fa

Cosa sarebbe successo se (What If) avessi acquistato questi strumenti tre anni fa?

Non avere paura dell'azionario
Fonte: Quantalys

Nonostante il brusco calo iniziale (Luglio 2016) e finale (Dicembre 2018) il rendimento azionario é circa cinque volte maggiore di quello obbligazionario. Non solo, inizia a vedersi anche una differenza di rendimento tra l’azionario europeo e quello globale, a netto vantaggio di quest’ultimo.

10 anni fa

Cosa sarebbe successo se (What If) avessi acquistato questi strumenti dieci anni fa?

Non avere paura dell'azionario
Fonte: Quantalys

Gli strumenti azionari, nonostante molte fasi di correzione (ne possiamo contare almeno 5) portano a casa dei rendimenti strabilianti. A fronte di un rendimento complessivo del 28,65% ottenuto dall’obbligazionario europeo, nello stesso periodo l’azionario globale portava a casa un rendimento del 163,72%.

Il caso estremo

Se mi segui, se leggi i miei post, sai che alla domanda “cosa faranno i mercati domani, tra un mese, tra sei mesi” nessuno può rispondere con certezza oggi. Per cui il rischio di entrare nei mercati immediatamente prima di una marcata correzione esiste, e non può essere evitato.

E’ per questo motivo che voglio concludere con un ultima simulazione: cosa sarebbe successo se (what if) avessi acquistato questi strumenti immediatamente prima della crisi mondiale del 2008?

Non avere paura dell'azionario
Fonte: Quantalys

Il rendimento oggi sarebbe senza dubbio ridimensionato, ma ampiamente positivo! Non solo: l’azionario globale continua ad essere l’asset vincente!, cosa che dovrebbe definitivamente fugare ogni dubbio sulla qualità ed affidabilità di questa tipologia di strumenti nel lungo termine.

La vera domanda

Spero di averti aiutato a guardare sotto una luce diversa gli strumenti azionari, così burberi e irascibili in alcuni momenti ma anche così affidabili e insuperabili nel tempo! Per cui non avere paura dell’azionario, non ha alcun senso.

La vera domanda che però dovresti farti è: “Ma io sarei in grado di resistere da solo, senza supporto, senza una figura di riferimento al mio fianco, in quei momenti in cui sembra crollare tutto?” Perché il film come vedi è sempre a lieto fine, a meno che però non ti alzi prima e scappi via dal cinema!

Ciao, alla prossima!

Il problema non è mai il Cliente

Abbiamo più volte affrontato il tema della carenza di educazione finanziaria in Italia, che ha causato, negli ultimi mesi del 2018, la fuga dal mondo obbligazionario (clicca qui per leggere il post dedicato). Gli italiani hanno da sempre dimostrato di essere un popolo di bravissimi risparmiatori ma al contempo di non essere degli altrettanto bravi investitori. Oggi proveremo ad individuare le cause di questo fenomeno, partendo però da una legge valida in ogni mercato caratterizzato da domanda e offerta di prodotti e/o servizi: il problema non è mai il Cliente! Lo faremo come sempre con parole semplici.

Mercato evoluto, regole obsolete

Chiedete ad aziende come Kodak, Nokia o Blockbuster quanto male può fare non adeguare tempestivamente la propria offerta di prodotti e servizi ai cambiamenti esterni del mercato: cambiamenti inevitabili ed irreversibili, che non si possono gestire, ma ai quali ci si può solo adeguare.

Si tratta di 3 aziende che fino alla fine degli anni ’90 erano leader indiscusse dei propri mercati di riferimento (la fotografia analogica per Kodak, la telefonia mobile per Nokia, il noleggio dei film per Blockbuster).

Il Cliente non è mai il problema

Con l’avvento dell’era digitale i loro mercati hanno però subito delle profonde trasformazioni: trasformazioni di prodotto, di servizio, di comunicazione. Queste aziende non sono state in grado, per superbia o per incapacità, di adeguarsi alle nuove regole e hanno continuato ostinatamente ad offrire i loro prodotti e servizi oramai divenuti obsoleti ad un mercato totalmente innovato! Il risultato lo conosci: queste aziende sono state spazzate via!

L’evoluzione del mercato finanziario

Mercato Globale

I primi anni 2000, con l’avvento del digitale e la crisi finanziaria del 2008 (che ha portato al fallimento della Banca Americana Lehman Brothers), hanno radicalmente trasformato il mercato finanziario globale.

Il Cliente non è mai il problema

Grazie al digitale il mercato finanziario si è evoluto, mettendo a disposizione di clienti e operatori nuove tecnologie che hanno spinto alle stelle la velocità delle transazioni finanziarie e quindi facendone lievitare i volumi in maniera esponenziale.

La crisi del 2008 ha influenzato in maniera dirompente i tassi di interesse, che sono scesi in prossimità dello zero per gli emittenti obbligazionari più “sicuri” (clicca qui per approfondire).

Mercato Italiano

Il Cliente non è mai il problema

In Italia il cambiamento è stato più drastico e violento. Perché si è improvvisamente rotto il “gioco” dell’investimento a breve o medio termine, sicuro e a tassi di remunerazione alti. Era un gioco fantastico, al quale gli italiani hanno giocato per circa 30 anni, divertendosi come i matti! Si divertivano i Clienti, si divertivano le Banche e si divertiva lo Stato! Proprio una grande festa!

La Festa è finita

L’investimento sicuro, a breve o medio termine, a tassi alti, in Italia NON ESISTE PIU‘! Un cambiamento mica da ridere! E come glielo spieghiamo adesso agli italiani? Il cliente italiano non ha sufficiente cultura finanziaria non perché non ha voluto studiare, ma perché non ne ha mai avuto bisogno! Che bisogno c’era di approfondire temi come l’orizzonte temporale, il rapporto rischio/rendimento, la volatilità, l’interesse composto, l’inflazione?

Adesso o sei Kodak o sei FuJi

Anche la Fuji si è ritrovata investita dalla stessa ondata di innovazione che ha colpito Kodak, ma ha reagito diversamente (clicca qui per approfondire). Ha reagito adattandosi tempestivamente alle nuove esigenze del mercato, cambiando il modello di offerta. Risultato? Fuji è ancora forte e presente sul mercato, a differenza di Kodak.

Ancora troppo spesso (anche se fortunatamente sempre di meno) i clienti sentono frasi del genere: “Metta una firma qui, stia tranquillo”, “Con questo prodotto non corre alcun rischio”, “Questo prodotto renderà certamente almeno il 4%” etc. etc. Potrei continuare con tanti altri esempi!

Metodi obsoleti, non più in linea con il mercato, rivolti ad un Cliente che giustamente non ci crede più, che ha purtroppo toccato con mano che questo mondo non esiste più. E allora che fa? Si spaventa, non si fida e si rintana nel conto corrente. Se questa è la modalità di offerta come dargli torto?

Mai sottovalutare il Cliente

Il Cliente non è mai il problema

Il Cliente ha capito che il mondo finanziario è cambiato, non bisogna sottovalutarlo; ed è molto più disposto ad abbracciare il cambiamento di quanto non si creda. Deve però ricevere un’offerta trasparente, in linea con il mercato attuale, attenta ai suoi nuovi bisogni: in altri termini deve potersi nuovamente fidare! Le nuove leggi europee, prima fra tutte la Mifid 2, sono una enorme opportunità in tal senso, perché creano un terreno fertile dove le realtà bancarie possono sviluppare un nuovo modello di offerta.

E stai pur certo di una cosa: indietro non si torna! Il resto del mondo ci insegna che una alternativa valida, efficiente e di successo al parcheggio dei soldi sul conto corrente esiste! Ed è il mondo degli investimenti, di quelli fatti bene! Se la Banca non si adegua il Cliente prima o poi andrà altrove; se il gestore o consulente non è disposto all’ascolto dei bisogni, non è in grado di erogare cultura finanziaria e quindi servizi di qualità il Cliente prima o poi andrà altrove.

Nel nuovo contesto di mercato non è il Cliente che deve adattarsi all’offerta bancaria, è esattamente il contrario. Il problema non è mai il Cliente!

Ciao, alla prossima.