Differenza tra azioni e fondi azionari

Azioni o fondi azionari? Per capire cosa è meglio scegliere bisogna sapere in cosa differiscono, soprattutto in termini di rischio complessivo. Oggi ti parlo della differenza tra azioni e fondi azionari, come sempre con parole semplici.

Le azioni “di casa”

Sia per motivi di conoscenza sia per motivi operativi, per un investitore italiano la scelta di titoli azionari da acquistare ricade quasi sempre su azioni italiane. Non solo, ma in un Paese come l’Italia la cui economia è composta da poche grandi aziende e tantissime piccole imprese, la scelta si riduce molto spesso ai titoli che compongono l’indice azionario italiano più famoso, il Ftse Mib, composto dalle sole 40 aziende a maggiore capitalizzazione del territorio italiano.

Azioni o fondi azionari?

Pertanto, investire in azioni per un risparmiatore italiano equivale quasi sempre nella selezione di 1, 3, a volte 5, nella migliore delle ipotesi 10 titoli azionari del Ftse Mib.

Pesi dei singoli settori

E’ bene notare inoltre che circa la metà del Ftse Mib italiano è composta da società petrolifere, istituti bancari e aziende che si occupano di servizi pubblici. Se si considerano anche le società affini a queste, come le aziende di servizi finanziari o aziende costruttrici di prodotti per l’estrazione di petrolio, la percentuale sale oltre il 60%.

Per cui anche acquistando più titoli dell’indice Ftse Mib ci si ritrova inevitabilmente ad investire su pochissimi settori dell’economia italiana.

Tagliare i fiori ed innaffiare le erbacce

Supponi di avere acquistato 10 titoli azionari del Ftse Mib italiano. Dopo 6 mesi immagina che 5 titoli stanno guadagnando e 5 titoli stanno perdendo. Cosa fai? La maggior parte degli investitori “fai da te” venderebbe i 5 titoli in guadagno e manterrebbe quelli in perdita, in attesa che recuperino. Alcuni più temerari utilizzerebbero il ricavato della vendita per acquistare ulteriori azioni delle 5 in perdita, per “mediare” il prezzo di acquisto.

Supponiamo siano passati altri 6 mesi e che 2 dei 5 titoli mantenuti abbiano recuperato e siano adesso in guadagno mentre 3 hanno continuato a scendere. Cosa fare? Ovvio: vendere i titoli in guadagno e acquistare quelli in perdita. Conclusione? Così facendo effettui una “selezione naturale” dei titoli peggiori. Warren Buffet definisce questo comportamento come quello di chi taglia i fiori e continua ad innaffiare le erbacce.

Azioni o fondi azionari

Il dolore fisico di vendere in perdita

Lo capisco bene, non è per niente semplice, vendere azioni in perdita provoca un dolore quasi fisico. Eppure i trader professionisti lo sanno bene: una delle prime cose da fare quando si acquista un titolo azionario è stabilire uno stop loss, stabilire un valore massimo di perdita. Se il titolo inizia a scendere e raggiunge quel valore bisogna “tapparsi il naso” e venderlo, senza se e senza ma.

Mantenere i titoli che perdono e addirittura acquistarne ancora può essere molto, molto pericoloso. Provate a chiedere a chi negli anni passati ha continuato a comprare titoli di alcune banche italiane, di compagnie aeree, di alcuni internet provider italiani. Hanno perso tutto o quasi tutto il capitale investito.

Mai più investimenti in azioni, lo giuro!

Ecco l’ovvia conseguenza di chi si è avventurato nell’arena dei leoni senza nessuna armatura. Non vorrà mai più sentire parlare di azioni, strumenti “pericolosissimi” dai quali stare alla larga.

Niente di più sbagliato.

Le azioni nel lungo termine hanno sempre dimostrato di essere la tipologia di investimento migliore, sempre. Soltanto bisogna saper investire nel mondo azionario. Il segreto? Fallo fare a chi ne è capace!

Le caratteristiche di un buon fondo azionario

Il fondo azionario è gestito da una squadra di professionisti, esperti conoscitori del settore azionario sul quale il fondo investe. Delle aziende su cui investono conoscono i bilanci, la mission, spesso siedono nei consigli di amministrazione.

Team di esperti

I fondi azionari investono in aziende di tutto il mondo. L’Italia “pesa” circa l’1% della capitalizzazione mondiale. Per cui concentrare tutto l’investimento azionario in Italia vuol dire muoversi esclusivamente all’interno di questo 1%.

I fondi vengono gestiti attivamente, per cui se un titolo all’interno del fondo inizia a deludere le aspettative viene immediatamente venduto dal gestore e ne viene acquistato uno con aspettative migliori. Esistono anche fondi passivi, che si limitano a replicare il mercato di riferimento, gli ETF. Clicca qui e vai al post dedicato alle differenze tra fondi attivi a fondi passivi.

Questo vuol dire che un buon fondo azionario non è rischioso? Assolutamente no, vuol dire correre esclusivamente il rischio legato al mercato azionario, eliminando ulteriori rischi che invece inconsapevolmente si corrono acquistando singoli titoli azionari, uno fra tutti il rischio specifico, legato alla mancanza di diversificazione.

Anche i fondi azionari vanno saputi scegliere

E’ vero, inutile girarci intorno. Non sempre i fondi azionari sono gestiti in maniera eccezionale. In alcuni (non pochi) casi, il costo del fondo azionario non viene ripagato dalle performance del fondo. Occorre scegliere i migliori.

Il segreto? Fai scegliere i fondi a chi ne è capace, ad un bravo consulente finanziario. Il suo lavoro, tra le altre cose, consiste nell’individuare i migliori strumenti finanziari (fondi azionari, obbligazionari e non solo), in modo da creare un portafoglio in linea con il tuo profilo di rischio, estremamente diversificato, efficiente dal punto di vista dei costi complessivi.

Il risultato?

Avrai una folta squadra di gestori professionisti, scelti accuratamente dall’esperienza consolidata del consulente finanziario, ognuno specializzato nel suo mercato di riferimento, tutti al tuo servizio. Il tuo portafoglio sarà composto da centinaia, se non migliaia di titoli azionari ed obbligazionari di tutto il mondo e di tutti i settori e le azioni non saranno più strumenti “pericolosissimi” bensì ottime amiche, preziose alleate per il raggiungimento dei tuoi obiettivi finanziari.

Ciao, alla prossima.

Questa volta è diverso

Sir John Templeton, considerato uno dei più saggi e rispettati investitori al mondo, le considerava le 4 parole che si pagano di più: “Questa volta è diverso“. Ogni volta che una nuova crisi finanziaria si abbatte sui mercati queste quattro paroline iniziano a farsi strada nella mente degli investitori fino a prendere il controllo della loro emotività. Oggi parliamo di questo, lo facciamo come sempre con parole semplici.

Le crisi finanziarie dal 1987 ad oggi

  • 1987: Lunedì nero
  • 1991: Guerra del Golfo
  • 2000: Bolla di Internet
  • 2001: Attacco alle Torri Gemelle
  • 2008: Crisi dei mutui subprime e fallimento Lehman Brothers
  • 2010: Salvataggio Grecia
  • 2011: Crisi del debito Eurozona
  • 2015: Crisi cinese
  • 2016: Brexit
  • 2018: Rialzo dei tassi FED e guerra dei dazi tra USA e Cina
  • 2020: Coronavirus

Sono solo le crisi finanziarie più note e ancora vive nella mente degli investitori, quelle che hanno riempito le prime pagine di giornali e telegiornali per mesi.

Una catastrofe dopo l’altra

Sapete cosa hanno in comune, per la gran parte degli investitori, queste crisi finanziarie? Sono sempre nuove, inedite, diverse dalle crisi precedenti! “Questa volta è diverso”, quindi? Meglio salvare il salvabile, di corsa a vendere tutto!

Chissà che batoste per chi non ha mai venduto

Fortunatamente sono pochi gli “sventurati” ed “incoscienti” che, contro ogni logica, decidono di rimanere investiti nonostante le crisi finanziarie e si ostinano a tener fede ai loro obiettivi finanziari di lungo termine.

Proviamo ad immaginare, per puro sadismo, quanti spiccioli si ritroverebbe oggi in tasca un folle che nel 1987 avesse investito 30.000 dollari sul mercato azionario americano e fosse oggi ancora investito. Dopo aver preso in piena faccia tutto l’elenco delle crisi viste in precedenza, chissà se gli rimarrebbe abbastanza per una cena al ristorante!

Fonte: Yahoo Finance

Il poveraccio, sventurato ed incosciente, si ritroverebbe in tasca i soldi per comprarselo il ristorante, non per andarci a cena! L’investimento avrebbe infatti fruttato il 1.065, 32%, decuplicando l’investimento iniziale.

Esperienza e memoria

Lo insegna Daniel Kahneman, psicologo israeliano, esperto di finanza comportamentale e vincitore del premio Nobel per l’economia nel 2002. Le crisi del passato sono facilmente leggibili con il senno di poi perché sono archiviate nella memoria, non si è più emotivamente coinvolti. La crisi attuale è invece associata all’esperienza, ci siamo dentro con i nostri denari e con le nostre emozioni, con la tasca e con la pancia!

Se ci pensi è abbastanza ovvio che ogni nuova crisi sia diversa dalle precedenti; perché se fosse identica ad una crisi già vissuta in passato semplicemente non si tratterebbe di una crisi, non si tratterebbe di un cigno nero, in quanto sarebbero già noti gli antidoti e le soluzioni per risolverla.

Più di un secolo di storia dei mercati finanziari ci insegna che le crisi vengono sempre superate e lasciano spazio a nuovi e lunghi momenti di crescita economica e finanziaria.

La crisi del coronavirus

Ma questa volta è davvero diverso!“. Non è una crisi che nasce nel mondo finanziario, è originata da un fattore esogeno, da un virus. Tutto giusto, tutti concordi nel dire che ci sarebbero voluti anni affinché i mercati recuperassero le perdite. Tutti d’accordo, tutti tranne… i mercati! Che oggi, in barba ai tanti, tantissimi, troppi, che hanno preferito disinvestire, hanno recuperato quasi tutto nel giro di neanche tre mesi.

La crisi è finita, superata? Chi può dirlo, ma se alla lunga i mercati risalgono sempre e se l’orizzonte temporale del tuo investimento è ancora lontano, allora resisti alla paura (clicca qui per leggere un mio post dedicato), rimani focalizzato, con metodo e disciplina; rimani investito, sfruttando a tuo vantaggio, dove possibile, occasioni di acquisto a prezzi che difficilmente si ripresenteranno.

Ciao, alla prossima.

Come definire i tuoi obiettivi finanziari

“Vorrei diventare ricco”. Un sogno abbastanza comune, eppure per molti rimane soltanto un sogno. I sogni, senza obiettivi, rimangono sogni. Oggi ti parlo di come definire i tuoi obiettivi finanziari, primo passo obbligatorio per pianificare la migliore strategia di investimento. Te ne parlo come sempre con parole semplici.

Imposta la destinazione

Puoi avere la migliore imbarcazione equipaggiata con i migliori motori, ma se non hai fissato in maniera chiara la tua destinazione e non ti sei dotato della migliore strumentazione difficilmente riuscirai a raggiungere un porto dove approdare.

Come definire i tuoi obiettivi finanziari

Puoi avere a disposizione i migliori strumenti finanziari, ma se non hai definito in maniera corretta i tuoi obiettivi e la migliore strategia per raggiungerli, ti ritroverai ad avere sprecato tempo e denaro.

Alla base di ogni strategia di investimento ci deve essere un obiettivo, ma non un obiettivo qualsiasi, bensì un obiettivo SMART.

Cos’è un obiettivo SMART

SMART è un acronimo che sta per:

  • Specifico
    • deve essere un obiettivo definito e tangibile. Deve essere chiaro cosa vuoi ottenere, come e perché lo vuoi ottenere, chi è coinvolto;
  • Misurabile
    • deve essere espresso numericamente in modo da poter misurare i progressi nel tempo e sapere quando sei arrivato al traguardo;
  • Avvincente
    • deve essere un obiettivo sfidante, e deve valerne davvero la pena; deve essere in sintonia con i tuoi veri valori;
  • Raggiungibile
    • deve essere ambizioso ma realistico, realizzabile con il tempo e le risorse di cui disponi;
  • Tempificato
    • deve prevedere una scadenza, così come tutta una serie di step di verifica.
Come definire i tuoi obiettivi finanziari

Da un sogno ad un obiettivo SMART per realizzarlo

Hai 30 anni, sei sposato, hai un bellissimo bambino di 2 anni e un buon lavoro. Il tuo sogno è quello di sostenere tuo figlio quando ne avrà bisogno. Vediamo un esempio di come creare un obiettivo SMART che ti permetta di realizzare il tuo sogno.

“Voglio aiutare mio figlio quando ne avrà bisogno”. Secondo te è un obiettivo SMART? Assolutamente no. Difficilmente lo raggiungerai.

“Il mio obiettivo finanziario è quello di avere tra 16 anni la cifra di 80.000 euro per il pagamento delle spese universitarie di mio figlio Luca.” E’ un obiettivo SMART? Si, infatti è specifico, misurabile, avvincente ma raggiungibile, in sintonia con i tuoi valori e infine anche tempificato.

Dall’obiettivo alla strategia

Hai definito i tuoi obiettivi SMART e sei fortemente focalizzato su di essi? Bene, adesso, e soltanto adesso, ha senso impostare le migliori strategie di investimento. Il tuo consulente finanziario potrà individuare la porzione di patrimonio e di reddito necessaria per raggiungere ciascun obiettivo; traccerà la rotta per raggiungere la meta mediante gli strumenti più idonei.

E per diventare ricco?

Ah già, ma tu volevi diventare ricco: sogno impossibile o con il giusto obiettivo SMART si può fare? Proviamo.

“Voglio un patrimonio di 1.000.000 di euro tra 40 anni per acquistare una villa al mare e trasferirmi li con mia moglie investendo mensilmente il 20% del mio reddito e reinvestendo sempre i rendimenti”. E’ un obiettivo SMART? Vediamo: è specifico (so cosa voglio e perché), misurabile (so quanto voglio ottenere) avvincente, tempificato (40 anni)… ma sarà anche raggiungibile?

Fonte: www.nef.lu

La storia dei rendimenti dei mercati finanziari ci dice che l’obiettivo è assolutamente raggiungibile. Poi dipenderà dalla tua perseveranza, dalla tua disciplina (clicca qui per leggere un mio post dedicato) e dalla valenza del consulente finanziario che hai scelto per accompagnarti in questa meravigliosa avventura.

Ciao, alla prossima.