L’inflazione in parole semplici

Oramai la sentiamo dappertutto, più dei tormentoni dell’estate. Ne parlano tutti, non soltanto gli addetti ai lavori. La leggiamo sui giornali, la ripetono i notiziari, se ne discute ovunque. Sto parlando dell’inflazione, oggi in rapido aumento. Troppo spesso a mio avviso chi ne parla dà per scontato che tutti conoscano bene il fenomeno e le sue conseguenze. Poiché a me piace non dare nulla per scontato, oggi ti spiego l’inflazione in parole semplici. Vedremo cos’è l’inflazione e quali sono le cause e le conseguenze di una sua crescita generalizzata.

Il significato

Il termine inflazione deriva dal latino inflare, che vuol dire gonfiare. Indica l’aumento prolungato del livello generalizzato dei prezzi di beni e servizi. Viene espressa in percentuale e pertanto l’inflazione esprime il tasso al quale aumentano i prezzi di beni e servizi. Vediamo di capirlo con un esempio.

Se il mese scorso avevi acquistato una barretta di cioccolato pagandola 1 euro e oggi paghi la stessa identica barretta di cioccolato un euro e 5 centesimi, vuol dire che il prezzo della barretta di cioccolato è cresciuto da un mese all’altro del 5%. Quando questo fenomeno riguarda la gran parte dei beni e servizi (si tratta quindi di un aumento generalizzato) e tale aumento persiste per un periodo di tempo prolungato, vuol dire che siamo in presenza di inflazione.

Il valore reale del tuo stipendio è inferiore: è diminuito il potere d’acquisto della moneta. In che senso?

Semplice: se tutti i prezzi sono aumentati mediamente del 5%, ma il tuo stipendio non è variato, potrai acquistare meno beni e servizi del mese precedente. Se per assurdo ipotizzassi di spendere tutto il tuo stipendio pari a 1.500 euro in barrette di cioccolato, lo scorso mese avresti potuto acquistare 1.500 barrette, mentre questo mese dovrai accontentarti di 1.428 barrette ed un resto di 60 centesimi. Un’ottima notizia per il tuo dietologo e per il tuo dentista. Una cattiva notizia per te.

Le principali cause dell’inflazione

Per capire le cause che stanno alla base dell’aumento dell’inflazione dobbiamo rispolverare la più antica legge di mercato, quella che riguarda domanda e offerta.

Quando esci per andare al supermercato ad acquistare una barretta di cioccolato tu rappresenti la domanda: chi acquista un bene o un servizio esprime la domanda. Viceversa l’azienda che produce la barretta di cioccolato rappresenta l’offerta: chi vende un bene o un servizio rappresenta l’offerta. Fin qui penso tutto chiaro.

Inflazione da domanda

Immaginiamo quindi che ogni giorno vengano prodotte un milione di barrette di cioccolato e che queste vengano tutte acquistate dai consumatori al prezzo di un euro ciascuna. Se domani per vari motivi le barrette prodotte sono di meno si genera uno squilibrio tra domanda e offerta. Ci sono meno barrette di quelle che la gente intende acquistare.

Quando la domanda supera l’offerta inevitabilmente il prezzo sale: quel bene diventa più scarso, più difficile da trovare, in un certo senso quindi più prezioso e la gente è disposta a pagare di più pur di accaparrarselo.

Inflazione da aumento dei costi

Se un’azienda produttrice di un bene o di un servizio si trova ad affrontare un rialzo dei costi di produzione non potrà fare altro che riversare questi aumenti sul prezzo finale del bene o servizio prodotto. In questo caso quindi l’inflazione sarà causata dall’aumento dei costi di produzione.

Inflazione da politica monetaria accomodante

Partiamo dal capire cos’è una politica monetaria accomodante. Molto semplicemente consiste nella scelta di immettere maggiori quantità di denaro in circolo nell’economia di un Paese. A seguito di una politica monetaria accomodante il costo del denaro diminuisce, pertanto diventa molto più economico prenderlo in prestito (mediante mutui o prestiti).

E’ quello che hanno fatto sia l’Europa che gli Stati Uniti dopo la crisi finanziaria del 2008. Lo scopo di aumentare l’ammontare di denaro in circolazione è quello di rilanciare l’economia. Fin qui tutto bene, ma qual è la conseguenza a lungo termine? Semplice: se la gente ha molto più denaro da spendere aumenterà la domanda di beni e servizi. Ma come abbiamo già visto l’aumento della domanda genera l’aumento dei prezzi, genera inflazione.

Le conseguenze dell’inflazione

L’inflazione ha molteplici effetti sulla vita delle persone, proviamo a riassumerli.

Redistribuzione del reddito

Chi percepisce degli stipendi fissi viene maggiormente penalizzato dall’aumento dell’inflazione. Infatti gli stipendi vengono adeguati sporadicamente, soltanto in presenza di adeguamenti contrattuali. Se tutti i prezzi aumentano ma gli stipendi rimangono fissi, il potere d’acquisto dello stipendio diminuisce.

Chi invece percepisce redditi variabili all’aumentare dell’inflazione potrà aumentare di conseguenza i compensi richiesti per le prestazioni erogate. E’ il caso ad esempio di lavoratori autonomi, professionisti etc.

Debitori vs. creditori

Strano a dirsi ma l’inflazione è una buona notizia per i debitori, mentre rappresenta viceversa una cattiva notizia per i creditori.

Se infatti durante la vita del prestito o del mutuo aumenta l’inflazione come abbiamo visto diminuisce il potere d’acquisto della moneta, pertanto il debitore restituirà una somma di denaro nominale invariata rispetto a quella che aveva preso a prestito, ma con un potere di acquisto inferiore a causa dell’aumento dell’inflazione.

Effetti sulla produzione

Un’azienda produttrice può beneficiare dall’aumento dell’inflazione. Se infatti acquista manodopera e materie prime in un momento di bassa inflazione e poi vende il ricavato della produzione in un momento successivo caratterizzato da inflazione più alta, potrà vendere il suo prodotto ad un prezzo maggiore, ricavando quella che viene definita “rendita di inflazione”.

A lungo andare però anche l’attività di impresa viene penalizzata, poiché da un lato la gente inizierà a consumare meno; dall’altro lato i tassi di interesse inizieranno a crescere e quindi le aziende potranno indebitarsi meno.

Esportazioni ed importazioni

Le esportazioni vengono danneggiate in quanto l’aumento dei prezzi dei prodotti scoraggia l’acquisto da parte di acquirenti esteri. Viceversa però le importazioni dall’estero diventano più convenienti.

Effetti sui risparmi e sugli investimenti

In conclusione proviamo ad analizzare gli effetti dell’aumento dell’inflazione sui risparmi e sugli investimenti.

L’inflazione generalmente penalizza i risparmiatori che mantengono le somme liquide sul conto corrente (clicca qui per approfondire) o che hanno sottoscritto strumenti obbligazionari a tasso fisso a lunga scadenza. Nel primo caso il saldo del conto corrente viene costantemente eroso in termini reali; nel secondo caso le cedole fisse dell’investimento obbligazionario varranno sempre meno all’aumentare dell’inflazione nel tempo.

Un portafoglio di investimento ben diversificato ha invece molte armi per contrastare l’inflazione. Le azioni, soprattutto di società che possono aumentare i prezzi dei loro prodotti, rappresentano un ottimo antidoto nel lungo periodo. Analogamente le obbligazioni a tasso variabile o indicizzate all’inflazione sono in grado di contrastare l’effetto negativo dell’aumento dei prezzi. Infine anche attività legate alle materie prime possono offrire protezione dall’inflazione all’investimento.

Ciao, alla prossima.

Cosa succede quando aumenta l’inflazione?

Gli esperti di mercato di tutto il mondo stanno monitorando con attenzione il livello di inflazione nell’economia. La domanda ovvia è: perché? Cosa succede quando aumenta l’inflazione? Che ripercussione ha sull’economia? Quali sono gli effetti sui tuoi risparmi e sui tuoi investimenti? Se sei curioso di scoprirlo mettiti comodo e continua a leggere, te ne parlo come sempre con parole semplici.

Ok, ma cos’è l’inflazione?

Molto semplicemente l’inflazione consiste nell’aumento generalizzato dei prezzi di beni e servizi ed ha come ovvia conseguenza la riduzione del potere di acquisto delle famiglie. Cerchiamo di capirlo con un esempio. Se per ipotesi il tuo stipendio ammonta a 1.500 euro e fino a ieri spendevi 500 euro al mese in spesa di generi alimentari e 300 euro al mese per le utenze domestiche oggi, a causa dell’aumento dell’inflazione, gli stessi identici generi alimentari ti costeranno ad esempio 530 euro e gli stessi identici consumi domestici faranno lievitare a 320 euro le spese per le utenze.

Clicca qui per visionare i dati Istat aggiornati relativi all’inflazione in Italia.

L’inflazione è subdola: sembra non succeda nulla, ma a fine mese ti ritrovi con meno soldi in tasca per il solo fatto che i prezzi di tutto quello che sei solito consumare sono aumentati.

Inflazione e tassi di interesse

L’inflazione indica che il costo della vita è in aumento e quindi che l’economia è in una fase espansiva. Se la crescita avviene in maniera molto rapida la banca centrale potrebbe decidere di alzare i tassi di interesse. Tale mossa fa aumentare gli interessi sui debiti e favorisce il risparmio, così da rallentare l’espansione e abbassare l’inflazione. 

Un pericoloso avvitamento

Quali sono le conseguenze di un rialzo significativo dell’inflazione? Eccole: i prezzi salgono in maniera generalizzata, il potere di acquisto delle famiglie diminuisce, pertanto sono costrette a consumare meno. Se si consuma di meno diminuisce la domanda dei beni e servizi, pertanto si riducono anche ricavi e profitti e l’economia rallenta fin quando non si trova un nuovo equilibrio.

Il nemico numero 1 dell’inflazione

Se adesso hai ben chiaro cosa accade a seguito del rialzo dell’inflazione non ti stupirai di conoscere il suo nemico numero 1: si chiama conto corrente e a farne le spese sono principalmente i risparmi su questo depositati. Sebbene infatti il valore nominale dei tuoi risparmi non varia, a seguito di un aumento dell’inflazione si riduce progressivamente il valore reale degli stessi risparmi, che giacendo inermi sul conto corrente non vengono in alcun modo remunerati. Nella tabella che segue puoi vedere l’erosione del valore di un capitale iniziale di € 100.000,00 nel corso degli anni a fronte di livelli diversi di inflazione.

Ti basti notare che un livello di inflazione medio del 3% annuo porta il valore reale di 100.000 euro a poco più di 56.000 euro in 20 anni, quasi la metà!

Come investire quando aumenta l’inflazione

Avendo appurato che non scegliere (lasciare i soldi sul conto corrente) rappresenta la peggiore scelta in fasi di aumento dell’inflazione cosa è opportuno fare? La migliore soluzione è quella di mandare a lavorare i tuoi soldi in un portafoglio molto diversificato con un orizzonte temporale medio lungo. Sono fasi in cui bisogna detenere strumenti di elevata qualità.

Nel breve termine

Ipotizzando un aumento dell’inflazione (e quindi un rialzo dei tassi di interesse) normalmente le azioni di tipo Valore o Value si comportano meglio delle azioni di tipo Crescita o Growth (clicca qui se non conosci la differenza e vuoi approfondire). Nel comparto obbligazionario, in queste fasi meglio privilegiare strumenti con scadenze brevi e strumenti indicizzati all’inflazione. Infine, si può valutare, per una quota residuale del portafoglio, anche un investimento in materie prime dato che è lecito aspettarsi un loro apprezzamento.

Nel lungo termine

Nel lungo termine, quando aumenta l’inflazione le azioni rappresentano il migliore scudo di difesa. Infatti il valore degli strumenti azionari può apprezzarsi durante il periodo inflazionistico in modo che la ricchezza “reale” che immagazzina – i beni o servizi con cui può essere scambiato – rimanga costante nonostante i prezzi elevati.

Conclusioni

Spero adesso tu abbia le idee più chiare riguardo l’inflazione e le sue conseguenze sull’economia e sugli investimenti finanziari.

Voglio darti un ultimo suggerimento: nella composizione del tuo portafoglio di investimento, soprattutto in fasi impegnative, evita assolutamente il <<fai-da-tè>>; scegli invece di affidarti ad un valido consulente finanziario. Lui saprà infatti individuare gli strumenti finanziari più idonei in relazione ai tuoi obiettivi di investimento, al tuo profilo di rischio e al contesto di mercato.

Ciao, alla prossima.

L’inflazione, un nemico invisibile

Oggi proverò a spiegarti con parole semplici l’impatto che può avere l’inflazione sui tuoi risparmi. L’inflazione è come un nemico invisibile, che non da segni della sua presenza, ma che a lungo andare può letteralmente “mangiarsi” i tuoi risparmi, proprio come faceva pacman nel famosissimo videogioco degli anni ’80. E oltretutto agisce lì dove tu ti senti più tranquillo, sulle somme giacenti sul tuo conto corrente (e non solo).

Se quindi vuoi capire bene cos’è l’inflazione, quali sono i suoi effetti sui tuoi risparmi e come evitarli, prenditi qualche minuto e continua a leggere. Proverò a renderti tutto più chiaro, come sempre con parole semplici.

Andiamo al panificio

Giovanni si reca come ogni sera dal fornaio per comprare il pane prima di andare a casa per la cena. “Buongiorno signora Maria, vorrei il solito filone di pane, ecco qui un euro.” “Signor Giovanni, non ha letto la novità?, il prezzo del pane è aumentato, il filone di pane costa adesso un euro e dieci centesimi. Sa, recentemente è aumentata la farina, è aumentata la bolletta della luce, per cui anche il prezzo del pane è di conseguenza aumentato”. “Nessun problema, signora, ecco qui i dieci centesimi, buona serata.”

Adesso al supermercato

Quello stesso fine settimana il signor Giovanni va con la moglie Tiziana al supermercato per fare la spesa e, incuriosito dalle parole della panettiera Maria, prova a fare una verifica sui prezzi dei generi alimentari. “La signora Maria aveva ragione! Rispetto a qualche mese fa qui è tutto più caro!” è l’amara scoperta del signor Giovanni!

A questo punto il signor Giovanni decide di verificare tutte le spese ordinarie come le bollette della luce, del telefono, il carburante, gli elettrodomestici. Una tragedia, è tutto più caro! Il signor Giovanni ha appena scoperto cosa è l’inflazione, che evidentemente nel periodo in esame è aumentata.

Cos’è l’inflazione

L’inflazione, (dal latino inflatio «enfiamento, gonfiatura») è l’aumento prolungato del livello medio generale dei prezzi di beni e servizi in un dato periodo di tempo, che genera una diminuzione del potere d’acquisto della moneta (è questa la definizione che trovate su wikipedia, cliccando qui).

Il signor Giovanni potrà reputarsi fortunato se il suo stipendio verrà adeguato all’aumento dell’inflazione, nel qual caso egli manterrà inalterato il suo potere di acquisto. Ma che vuol dire? Cerchiamo di capirlo meglio.

Supponiamo che il signor Giovanni percepisca uno stipendio mensile di 1.000 euro. Immaginiamo adesso che i prezzi dei beni e servizi siano aumentati mediamente del 10%. Questo cosa vuol dire? Semplice, che se lo stipendio del signor Giovanni non è aumentato, con i suoi 1.000 euro potrà comprare il 10% in meno di beni e servizi, in quanto quello che fino a poco tempo prima costava in totale 1.000 euro adesso costa 1.100 euro.

Se invece il datore di lavoro del signor Giovanni ha provveduto ad adeguare lo stipendio al nuovo livello dei prezzi , portandolo da 1.000 a 1.100 euro, nonostante l’euforia e la voglia di festeggiare che il signor Giovanni proverà, egli avrà esattamente lo stesso potere di acquisto che aveva fino al giorno prima, pur portando a casa 100 euro in più ogni mese. L’inflazione è subdola, perché non si vede, è un nemico invisibile!

L’inflazione e i soldi sul conto corrente

Adesso che abbiamo capito cos’è l’inflazione, proviamo a capire cosa succede alle somme che il sig. Giovanni detiene sul conto corrente. Mentre il datore di lavoro di Giovanni, ha adeguato il suo stipendio al nuovo livello di inflazione, questo adeguamento, ahimè, non avviene sulle somme in giacenza sui conti correnti, che attualmente non sono remunerate. Tutti i soldi che il sig. Giovanni, assieme a tantissimi altri italiani, detengono inermi sul conto corrente, non vengono remunerate dalle banche, generano costi di giacenza, ma soprattutto, vengono costantemente erose dall’inflazione!

L’inflazione in Italia

fonte: https://www.rivaluta.it/dettaglio-inflazione-media.asp

Questi sono i livelli di inflazione relativi ai mesi del 2018. Come si vede il valore più recente, quello di Novembre, è pari al 1,6%. Cosa vuol dire? Te lo spiego subito. Vuol dire che nel periodo compreso tra Novembre del 2017 e Novembre 2018 i prezzi di beni e servizi sono saliti mediamente del 1,6%. Ma vuol dire anche che i soldi depositati sui conti correnti, nello stesso periodo hanno subito una perdita reale di 1,6%. Mica bruscolini!

Proviamo adesso ad andare indietro negli anni

fonte: https://it.inflation.eu/tassi-di-inflazione/italia/inflazione-storica/cpi-inflazione-italia.aspx

Possiamo notare, ad esempio, che nel 2012 l’inflazione, in Italia era pari al 2,31%, nel 2011 al 3,29% e così via. Non parliamo poi dei livelli degli anni ’70, ’80 e ’90. Nel 1974 l’inflazione ha registrato un valore mostruoso del 24,50%!

Se per puro esercizio teorico proviamo ad ipotizzare un tasso di inflazione medio nei prossimi 10 anni del 2% annuo (ipotesi abbastanza verosimile), alla fine dei dieci anni, i soldi sul conto corrente del sig. Giovanni, avrebbero perso il 20% di potere di acquisto! Altro che sicurezza! Altro che cassaforte!

E le obbligazioni?

Anche le obbligazioni sono danneggiate dall’inflazione? Assolutamente si! Parliamo specialmente delle obbligazioni a tasso fisso a lunga durata. Aspetta che te lo spiego meglio.

Immagina di aver acquistato una obbligazione con durata 20 anni e tasso annuo lordo del 3%. Immagina che l’emittente è solidissimo e che quindi non corriamo nessun rischio di credito! (non sai cos’è il rischio di credito di una obbligazione ? Nessun problema, clicca qui per scoprirlo). Sebbene le cedole che riceviamo ogni anno sono fisse e costanti, queste subiscono il potere erosivo dell’inflazione, per cui il loro valore reale diminuisce nel tempo all’aumentare dell’inflazione.

Ma il pericolo maggiore si annida nel capitale. Secondo te, anche se tra 20 anni ti verrà restituita la stessa somma che hai investito oggi, questa avrà lo stesso valore? Dopo 20 anni? Ma dai, non scherziamo! L’inflazione avrà fatto il suo lavoro silenzioso e inesorabile, ed il valore reale del tuo capitale sarà enormemente diminuito! Mancherà una bella fetta alla tua torta!

Cosa è meglio fare allora?

Volendo rimanere nel mondo delle obbligazioni, per far fronte all’inflazione meglio scegliere obbligazioni con durate brevi, oppure scegliere obbligazioni che prevedono già contrattualmente l’adeguamento alla futura inflazione (BTP Italia, TIPS americani etc.).

La soluzione migliore rimane comunque quella di creare un portafoglio di investimento estremamente diversificato, tarato sul giusto orizzonte temporale, allocando le somme sia sulla componente obbligazionaria che su quella azionaria, ed evitare di mantenere sui conti correnti giacenze elevate. Il conto corrente non è remunerato, va adoperato per le normali spese quotidiane, non come strumento di investimento.